
Ci servono 8 abbracci al giorno per mantenerci in salute
Ci servono 12 abbracci al giorno per crescere
Virginia Satir
Ieri in terapia una bimba di 4 anni mentre giocavamo mi ha detto “Mariachiara siamo in casa qui puoi levare la mascherina il virus non c’è, il virus è fuori” ed ha disegnato tante sfere sul foglio dicendo “ecco guarda cosa ho disegnato tante gabbie per il virus, mettici anche il tuo”, ecco che l’immaginazione ed il gioco diventano strumenti fondamentali per riparare i momenti difficoltosi ed incomprensibili, lì dove dare un senso non è mai semplice. Ed ecco come noi terapeuti veniamo colti dallo stupore e come Winnicott diceva “la capacità di provare ancora stupore è essenziale nel processo della creatività” ecco che in questi momenti tutto assume valore terapeutico.
Oggi lo sguardo va a questi piccini che più di tutti hanno vissuto il lockdown, loro che hanno bloccato la socialità, il gioco condiviso e strutturato con compagni ed insegnanti. Loro che hanno bisogno di socialità per arricchire il linguaggio e strutturare il pensiero.
Ci troviamo ad un passo della ripresa scolastica ed avendo vissuto in famiglia una mamma che era un’insegnate della scuola dell’infanzia, spesso mi tornano alla mente le sue parole di quando diceva “si calma solo quando lo abbraccio”. Ed ora cosa fare, di cosa parlerà
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quell’abbraccio, come può un insegnante della scuola dell’infanzia non accogliere tra le braccia i piccini, come consolarli?
L’abbraccio è uno di quei gesti che trasmette affetto, fiducia e protezione, lo fa attraverso un linguaggio non verbale dunque molto profondo.
Il nutrimento affettivo non può essere sostituito con nient’altro.
Abbracciare qualcuno significa proteggerlo. Con l’abbraccio il corpo dell’altro viene “coperto” sulle parti più vulnerabili, la pancia ed il petto. Abbracciare significa contenere parola molto cara a Winnicott.
L’abbraccio contiene le paure, ha una funzione consolatoria, supportiva e nutritiva. Ecco che le angosce dei piccoli, la rabbia, l’oppositività lasciano spazio alla rassicurazione attraverso questo gesto. Tale rassicurazione genera la capacità di gestire le azioni attraverso il pensiero.
L’abbraccio è riconoscimento E. Berne lo definirebbe come un valore notevole nello sviluppo dell’individuo e nella sua capacità di evolversi in maniera indipendente.
Un bambino educato all’abbraccio abbraccerà di più ed entrerà maggiormente in contatto emotivo con le altre persone.
Vi è un libro che reputo meraviglioso “L’abbraccio” di Grossman che spiega come attraverso l’abbraccio non ci si sente più soli.
Oggi la preoccupazione è sui banchi, personalmente credo che gli abbracci potrebbero mancare molto di più.
dott.ssa Mariachiara Pagone
