L’artista, per dirla con Lacan, precede lo psicoanalista e addirittura gli apre la strada.
(Di Ciaccia)
Da qui il nostro desiderio di offrirvi anche delle riflessioni attraverso l’uso della cinematografia. Lo strumento della visione cinematografica dà la possibilità di poter proiettare i nostri vissuti.
In questi giorni con i miei colleghi ci si soffermava sul ruolo cha ha avuto la DISTANZA in questa quarantena e ciò che ha generato in ogni fascia di età.
Ciascuno di noi vi ha colto un senso diverso.
Come spingere gli adolescenti a cogliere il loro?
Come dicevo in un precedente articolo, loro sono dentro una nuova organizzazione di loro stessi. Molto più degli adulti si trovano comodi ad utilizzare i social. Ma la domanda è: le distanze si accorciano davvero??? Quali altre risonanze emotive può generare questo schermo che divide? Ed i ragazzi che già prima di questo momento erano isolati ora cosa stanno vivendo? Se prima non facevano gruppo oggi si perdono dietro ad una loro immagine anonima in una lezione digitale.
Sicuramente questo momento storico lascerà importanti segni su queste personalità in formazione. Ecco che hanno bisogno della giusta guida.
Abbiamo scelto questo film Upside Down, un film che parla di due mondi a gravità opposta. Uno opposto all’altro e di come le distanze hanno un prezzo da pagare ma la forza, la tenacia, l’amore e i buoni valori sono ciò che generano la vita.
Gli adolescenti si sentono diversi e questo crea loro un disequilibrio, vogliano uniformarsi ma alle volte voler essere a tutti i costi come l’altro li fa stare male “brucia”. Perdere gli elementi che danno una stabilità li fa cadere nel vuoto.
Ma in questo film è proprio la mancanza è proprio la “povertà” che spinge Alan ad essere creativo, a trovare il punto di congiunzione tra i due mondi e a dare senso, significato e valore alla sua unicità.
Buona visione e buona riflessione!