LA MALATTIA??? PERCHÉ PARLARNE CON I BAMBINI


 

Quando un genitore si ammala di tumore, la vita dell’intero nucleo familiare si trasforma.

Solitamente la paura, i pensieri, le terapie tendono a lasciare poco tempo e poche forze da dedicare ai figli.

Ogni genitore ha come desiderio quello di proteggere i propri figli e questo può determinare la non informazione dei più piccoli in modo da garantire loro serenità.

E ’stato dimostrato da molte ricerche nel settore oncologico, come comunicare adeguatamente la diagnosi, possa diminuire i livelli di ansia e questo va a generare tra i membri del sistema una comunicazione migliore.

Si corre il rischio di tacere ai bambini la diagnosi per diverse motivazioni, illudendosi che i figli non capiscano cosa stia accadendo.

In realtà i bambini e gli adolescenti si accorgono subito che c’è qualcosa che non va.

Inevitabilmente percepiscono che i genitori stanno affrontando qualcosa di insolito.

Possono sentirsi esclusi e possono creare fantasie.

Possono sentirsi soli, inutili se non addirittura colpevoli.

Non è raro che i bambini quando si sentono allontanati e non ne capiscono le ragioni tendono a responsabilizzarsi. Questo può comportare la perdita di fiducia nell’adulto, creando ferite molto più grandi della verità non detta. L’incertezza e lo stato emotivo può ripercuotersi nel sistema più vicino al figlio, ovvero quello scolastico e sociale.

I figli incuriositi da cose che non capiscono, cercano risposte e a volte le trovano altrove, ma spesso questo può determinare una conoscenza alterata della situazione.

Il vantaggio della comunicazione è che dare informazioni sulla malattia permette al genitore di conservare la fiducia dei loro bambini.

Il dialogo allevia l’angoscia. E’ fondamentale coinvolgere i figli nella verità che si sta vivendo al fine di poter affrontare anche un eventuale lutto.

Si tratta di creare un equilibrio che possa aiutare il bambino ad affrontare la malattia, che di per sé determina molteplici cambiamenti.

Tra i vantaggi della buona comunicazione e nel far sapere cosa sta succedendo, fa sentire i figli sicuri, coinvolti, e partecipi; dà loro l’ occasione di parlare, di rivolgere domande e di raccontare come si sentono;  gli si dimostra che si ha fiducia in loro;  i bambini possono contribuire a sostenere i genitori ed impareranno a far fronte alle difficoltà che si presentano nella vita.

Dare un’informazione chiara significa dare al figlio la possibilità di vedere le cose in modo limpido senza dover fantasticare, permettendogli di farsi un’idea più concreta.

Voler proteggere i bambini da notizie difficili è naturale ma è spesso dannoso.

Il rischio è che si trovino a fantasticare da soli, vanno a cercare spiegazioni, spesso spaventose, della «strana atmosfera» che respirano in casa.

Uno scenario fantasioso potrebbe far nutrire speranze illegittime (per esempio che possono guarire la mamma facendo i bravi), o potrebbe far loro credere che il tumore sia contagioso o che lo si prenda nel sonno o quando ci si arrabbia. Potrebbe essere pertanto colpevolizzante e portarli a convincersi di aver fatto o detto qualcosa di brutto per cui sono responsabili della malattia, capaci di curarla o anche a pensare che il papà o la mamma non si sarebbe ammalato se si fossero comportati meglio.

 

Pensare al tumore come qualcosa di talmente terribile da non poterne parlare non è l’ideale.

La comunicazione adeguata è sempre un CURA.

 

Dott.ssa Mariachiara Pagone

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