Dov’è l’inconscio : si ridimensiona l’opposizione tra neuroscienze e psicoanalisi


«Oggi psicoanalisi e neuroscienze convergono sempre di più nel dimostrare l’importanza dei meccanismi inconsci che connettono psiche e cervello»

(Prof.  Claudio Mencacci)

 

Negli ultimi anni si assiste a un’ avvicinamento tra psicoanalisi e neuroscienze, specialmente da quando queste ultime, grazie alle opportunità tecnologiche più recenti, hanno iniziato a indagare la complessità della psiche profonda.

Lo studio scientifico della soggettività e dell’intersoggettività senza limitarsi alle pur brillanti intuizioni introspettive degli approcci psicoanalitici, può essere considerato il principale tra gli obiettivi delle neuroscienze cognitive attuali.

Secondo Freud,  i desideri che fanno parte della sfera sessuale, non compatibili con le norme sociali, vengono rimossi. Questi fanno parte dell’inconscio e appartengono  ad una dimensione non trasparente. Le teorie freudiane suscitarono dissensi, Adlere e Jung ritenevano che la sessualità, occupasse un ruolo troppo marcato. Oggi vengono presi in considerazioni conflitti non sessuali come quelli tra desiderio di autonomia e quello di dipendenza. Rimuovere un desiderio può implicare la comparsa di disturbi nevrotici, psicosomatici o depressivi.

 

Il processo  di rimozione ha una relazione con la memoria per due motivi:

  • I desideri diventano inconsci;
  • Le esperienze legate a questi desideri non sono rievocabili.

Possiamo così legare la rimozione al blocco dei meccanismi mnestici.

L’inconscio è diventato oggetto di studio per i neuro scienziati.  Un primo aspetto del loro legame riguarda la memoria implicita, una dimensione dell’inconscio cognitivo. Le esperienze possono essere immagazzinate in forma duratura in forma di conoscenza implicita. Le forme di memoria implicita come il legarsi le scarpe sono attuate in modo automatico, pressoché inconscio. Questo inconscio non implica rimozione nel senso psicoanalitico. A differenza dall’inconscio cognitivo, quello psicoanalitico o dinamico è caratterizzato da contenuti che sono stati accessibili alla coscienza ma che sono stati rimossi attraverso dinamiche che sappiamo essere dipese da un blocco dei meccanismi della memoria.

Nikolai Axmacher neuro scienziato dell’università di Ruhr ha usato tecniche imaging per capire cosa accade nel cervello quando un ricordo viene rimosso o represso attivamente. Ha usato tecniche come l’oblio intenzionale, attraverso le quali è possibile dimenticare esperienze dotate di carica emotiva.

Egli ha osservato che durante l’oblio le regioni legate a ricordi consapevoli come l’ippocampo, sono inibite da un ruolo attivo della corteccia  prefrontale, laterale diversamente da quando memorizziamo. La cosa che colpisce è che i circuiti della memoria possono essere “spenti” quando reprimiamo questo fa presumere che qualcosa di simile accade nella rimozione inconscia di cui parla la psicoanalisi. Questo pone come neuroscienze e psicoanalisi iniziano a lavorare in territori comuni.

        Dott.ssa Mariachiara Pagone

 

 

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