A volte perdere la memoria è una scelta


Freud, circa un secolo fa, spiegava che la mente è capace di inibire in modo consapevole alcuni ricordi poco piacevoli. Questa ipotesi sembra essere stata avvalorata da un esperimento condotto da psicologi, Michael Anderson e Collin Green, dell’ università di Oregon. Hanno spiegato il  meccanismo alla base della repressione dei ricordi.

Lo studio ha previsto di chiedere a dei volontari di imparare coppie di parole che non erano in relazione tra loro.

Un gruppo doveva guardare le parole e pronunciare la seconda ad alta voce; l’altro gruppo doveva semplicemente guardare le parole senza compiere sforzo alcuno per ricordare.
In un secondo momento ai due gruppi, venivano mostrate le prime parole delle coppie con il compito di cercare di ricordare le seconde. Il risultato emerso è che il gruppo il cui compito era stato quello di pronunciare le parole a voce alta, tendeva a ricordare meglio del gruppo cui era stato chiesto di non pensarci, anche se a questi ultimi veniva offerto del denaro per azzeccare le risposte.

Anderson dice “Le persone possono spingere i ricordi fuori dalla coscienza e causare la loro dimenticanza”, questo potrebbe essere la strategia  utilizzata da bambini vittime di abusi sessuali, in modo da dimenticare i loro ricordi scioccanti.

Quando un bambino subisce un abuso da parte di una persona conosciuta, ci sono maggiori probabilità che riferisca di averlo dimenticato rispetto a coloro che non conoscevano i loro aggressori. Tale fenomeno secondo il ricercatore potrebbe essere determinato, in quanto il bambino deve reprimere, ed eventualmente dimenticare, i ricordi poco piacevoli ogni volta che si trova ad incontrare il suo aggressore.
Questo potrebbe riguardare anche persone che hanno vissuto un forte stress. “Forse le persone con disturbo post traumatico da stress provano a sopprimere il ricordo degli eventi, ma non
 vi riescono. Potrebbe esserci qualcosa che interferisce con i processi inibitori.”

Anderson suggerisce che: “la repressione potrebbe essere effettiva se qualcuno deve continuamente fronteggiare il ricordo del trauma – per esempio se i veterani del Vietnam dovessero continuare a vivere in Vietnam“. “Se essi evitano gli spunti per ricordare, potrebbero pagarla con ricordi penosi”. Potremmo avere dei chiarimenti anche da Freud che denominava alcuni meccanismi di inibizione della memoria. Egli distinse  il termine repressione da quello di rimozione. Freud intendeva per repressione,  un’operazione psichica tendente a far scomparire dalla coscienza un contenuto spiacevole o inopportuno. Sottolineandone il carattere conscio dell’operazione, si tratta quindi di una esclusione dal campo della coscienza attuale, distinguendolo dalla rimozione,  in cui l’operazione e il suo risultato sono totalmente inconsci.

 

Dott.ssa Mariachiara Pagone

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