Minori e abusi


 

“Abuso” è ogni atto omissivo o autoritario che metta in pericolo o danneggi la salute o lo sviluppo emotivo di un bambino. E’ inclusa la violenza fisica e le punizioni corporali severe, gli atti sessuali, lo sfruttamento in ambito lavorativo e il mancato rispetto dell’emotività del piccolo.

L’ “abuso sessuale” è il coinvolgimento di bambini e adolescenti in attività sessuali che non ancora comprendono completamente e di conseguenza  alle quali non sono in grado di acconsentire con piena consapevolezza. Ogni forma di maltrattamento implica un coinvolgimento emotivo che determina danni immediati e permanenti.

Si parla di maltrattamento fisico quando i genitori o chi è legalmente responsabile del bambino eseguono o permettono che si eseguano lesioni fisiche, o mettono i bambini in condizione di rischiare lesioni fisiche. Esse in base alla gravità possono distinguersi in lievi, moderate o severe.

La violenza sessuale sui bambini nel nucleo familiare è più diffusa di quanto si creda.
Il contesto condiziona fortemente le possibilità della vittima di ribellarsi. La vergogna, i sensi di colpa favoriscono il segreto.

Quando si parla di pedofilia, ci si riferisce solitamente in modo generico ad ogni forma di abuso sessuale da parte di un adulto verso un bambino prepubere. In realtà dovremmo distinguere tra il pedofilo di tipo esclusivo, cioè attratto solo dai bambini, da quello non esclusivo, che invece accanto ad attività eterosessuale con i pari, predilige un oggetto sessuale immaturo, un bambino.

Riguardo alla natura dell’atto sessuale, è fondamentale distinguere tra abuso con contatto e abuso senza contatto.

Nel primo caso il bambino ha un ruolo attivo e subisce sul piano fisico la perversione del pedofilo mentre nel secondo caso al bambino viene richiesto un ruolo passivo (quasi un osservatore partecipante) ciò rappresenterebbe un incentivo   all’eccitazione dell’abusante, ciò non diminuisce la valenza violenta del comportamento.
Lo pseudo abuso si configura ogni qual volta viene dichiarato, descritto o denunciato un abuso non realmente avvenuto. I motivi sottostanti a questa falsa dichiarazione, possono essere diversi: il minore, descrive una esperienza fantasticata anziché realmente vissuta; può rappresentare un modo estremo per scuotere la famiglia; un modo per diventare oggetto di attenzione; un modo per affermare la propria identità.
C’è un’altra categoria di abusi  che coinvolge quei casi in cui “i genitori, o le persone legalmente responsabili del bambino, non provvedono adeguatamente ai suoi bisogni, fisici e psichici, in rapporto al momento evolutivo e all’età”.
Tre  sono le categorie cliniche:

incuria, quando le cure sono insufficienti;

discuria, quando le cure fornite sono inadeguate ;

ipercuria, quando vengono somministrate cure eccessive o sproporzionate ai bisogni.
Nell’ipercuria vengono incluse:

la Sindrome di Munchausen per procura in cui la madre, psicotica, considera il figlio come estensione del proprio corpo e lo sottopone ad interminabili cure e ricoveri nella convinzione delirante che sia affetto da qualche patologia, portandolo in numerosi casi alla morte;

il medical shopping, il genitore sposta sul corpo del figlio le sue preoccupazioni che viene condotto da un medico all’altro, da un ospedale all’altro per controlli medici e analisi senza fine;

il chimical abuse, che consiste nella tendenza del genitore disturbato a somministrare al figlio sostanze chimiche, farmacologiche e di altro tipo nella convinzione errata e delirante che ne abbia bisogno, provocando effetti molto nocivi alla sua salute.
In ultima e non perché meno importante è la violenza psicologica. Essa consiste in “pratiche o atteggiamenti che compromettono in modo immediato o a lungo termine il comportamento, lo sviluppo affettivo, le capacità cognitive o le funzioni psichiche del bambino”.

Tra le forme di maltrattamento psicologico ci sono atteggiamenti di rifiuto, svalutazione, minaccia, isolamento, indifferenza e tutti quegli atteggiamenti che negano o non soddisfano i bisogni affettivi evolutivi del bambino.
Tale violenza è più difficile da individuare ma è la più diffusa. Di solito è piuttosto precoce e viene inflitta in modo regolare e sistematico sul figlio che potrà esprimere il suo disagio attraverso vari sintomi.

 

Non siamo ciechi segnaliamo !!

Dott.ssa Mariachiara Pagone

 

 

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