Il ruolo del padre


La famiglia nelle culture occidentali ha subito una grossa trasformazione.
I ruoli genitoriali sono cambiati. Le madri che prima erano assorbite totalmente nella
famiglia e dedite alla cura dei figli, oggi sono sempre più orientate verso la
realizzazione personale. Le mete sono diventate altre come il lavoro e l’impegno
sociale.
Il ruolo del padre ha subito una trasformazione ancoro più radicale. Inizialmente
aveva una posizione marginale per la cura della prole. Da sempre però ha rivestito il
ruolo dell’autorità. I moti del 68’ misero in discussione l’autorità paterna dando ad
esso una figura rinnovata.
Oggi siamo abituati a vedere padri in atteggiamenti di tenerezza nei confronti dei loro
piccoli.
La figura del “padre assente” è stata messa in discussione ed è stato, il padre,
convocato ad una partecipazione più affettiva, nella crescita dei figli.
Con la psicoanalisi freudiana il ruolo paterno è stato riconsiderato. Scoprendo le
funzioni più profonde necessarie allo sviluppo psichico dei figli sin dalle fasi precoci
della loro vita.
Per la psicoanalisi il “complesso di Edipo” porta un nuovo concetto che permette il
passaggio dal “due” del rapporto madre-bambino al “tre” che si realizza con l’entrata
in scena della figura paterna.
Quando si parla di sviluppo psichico del bambino la funzione del padre che rompe il
sodalizio madre-bambino è più che altro rivolta ad un passaggio evolutivo che si
realizza nel distogliere il bambino da un vissuto di totale e continua disponibilità della
figura materna.
Questo stato mentale è necessario per far si che sin dall’allattamento il “terzo”
ovvero il padre è fondamentale per far adattare il figlio ad una realtà fatta di rinunce,
attese e frustrazioni.
Il padre deve insieme al figlio contendersi la madre, svolgendo così una funzione
separativa.
La funzione del padre inizia ancor prima della nascita di un figlio. Il suo ruolo
dovrebbe essere contenitivo, condividendo con la donna ansie e preoccupazioni
rivolte alle trasformazioni corporee della gestazione.
L’avvicinarsi del padre all’intima esperienza materna può far nascere sentimenti di
tenerezza o di esclusione, di gelosia o di invidia, sentimenti a cui è spesso difficile
dare una collocazione. L’esperienza di paternità è diventata complessa ed investe
livelli profondi dell’identità maschile.
Si ha un capovolgimento e la figura paterna si allontana da antichi fantasmi
dell’autoritarismo diventando in molti casi una figura amicale per i figli.
Questa nuova ristrutturazione delle figure genitoriali portano a far crescere figli
modellati da precoci richieste relative all’autonomia e poco inclini ad accettare le
norme costituite, le opinioni e l’operato stesso dei genitori.
Tale contraccolpo trasformativo non è totalmente efficace, il padre dovrebbe
esercitare una funzione limite non risvegliando le ombre del padre-autoritario ma
essendo un soggetto necessario nell’orientamento della crescita dei figli.
Dr.ssa Mariachiara Pagone

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