Secondo un punto di vista psicologico, la capacità di “vedere” specifiche realtà è stata studiata da Galton dalla prima metà dell’800, egli ha messo in risalto il carattere individuale di tale esperienza. Ha descritto come le persone svolgano i calcoli mentali visualizzando i numeri, attribuendo forme e colori, piuttosto che vederle come entità simboliche. Le immagini mentali sono utili per risolvere alcuni problemi attraverso la visualizzazione.
L’immaginazione non è utile solo per ipotizzare soluzioni, ma anche per delineare scenari fantastici senza alcuna regola reale.
Il fantasticare, in psicoanalisi è sempre stato considerato un “mezzo per non affrontare o risolvere problemi esterni e/o come modo di esprimere e soddisfare i propri sentimenti e desideri” – Lingiardi 1994.
Ciò che Freud chiamava “sognare ad occhi aperti” altro non è che un ristoro affettivo presente in ciascuno di noi. E’ una possibilità regressiva che può rischiare di diventare psicologicamente pericolosa se trasformata in un meccanismo difensivo cronicizzato.
Jung ha guardato la fantasia operando una distinzione tra fantasia psicanalitica e immaginazione.
La prima, è un “pensiero senza sostanza” che tende a giocare con oggetti della fantasia; mentre l’immaginazione vera e propria tenta di“comprendere i fatti interni e di rappresentarli con immagini fedeli alla loro natura”.
Jung afferma che ogni realtà psichica esiste prima sotto forma di immagini, di pensiero immaginale, e solo poi nella realtà esterna. “I bambini non sono recettivi nei confronti di cose che non li toccano direttamente. Recepiscono ciò che li tocca in prima persona. Lasciano semplicemente da parte un gran numero di immagini che non li riguardano, che non hanno nulla da offrire. Per questo le fiabe sono importanti, perché i bambini possono trovare rappresentazioni di contenuti già presenti in loro. La strega, per esempio, esprime un dato psichico ben preciso”.
L’uomo non viene al mondo come una tabula rasa, ma attraverso una struttura psichica che gli permette di percepire e di rappresentarsi la realtà esterna: l’inconscio collettivo è infatti “un patrimonio ereditario di possibilità rappresentative non individuali, ma comune a tutti gli uomini” .
Le immagini contribuiscono a comprendere la realtà.
Ma qual è il ruolo delle immagini nell’ adulto?
E’ necessario soffermarsi sul ruolo dei sogni come espressione dell’inconscio. Le immagini cercano il contatto con la coscienza per poter ampliare la consapevolezza di sé e della realtà esterna.
Un rapporto diretto tra coscienza e immagini psichiche permette alla personalità di trovare una maggiore stabilità, la psiche cerca di raggiungere una condizione di migliore equilibrio .
Nel nostro mondo immaginativo è implicita la possibilità di autocorrezione verso se stessi e verso la realtà, è proprio questa capacità di rappresentazione immaginativa a rendere l’uomo specificatamente uomo.
Dunque……Immaginiamo!!!
Dr.ssa Mariachiara Pagone