Impatto psichico dell’interruzione volontaria


L’aborto non è altro che l’interruzione prematura della gravidanza prima che il feto sia in grado di sopravvivere autonomamente.

Può avvenire per cause naturali, aborto spontaneo o essere provocato artificialmente, interruzione volontaria della gravidanza.

Gli effetti psicologici dell’aborto, sulle donne coinvolte, sono diversi. Le donne che vivono l’esperienza dell’ aborto spontaneo, pur avendo uno stress psicologico maggiore nei primissimi momenti, vanno incontro ad un miglioramento più veloce dei disturbi emotivi.

La reazione psicologica all’aborto si diversifica in base alle caratteristiche dell’ aborto:

  • l’aborto spontaneo è un evento improvviso ed involontario,
  • l’IVG prevede la responsabilità della madre.

Molti studi scientifici mettono in risalto come l’aborto sia direttamente correlato all’insorgenza di disturbi psicologici.

La gravidanza è un momento estremamente delicato caratterizzato da un vissuto psico-emotivo particolare. Sin dal  concepimento la donna  vive cambiamenti non solo fisici, ma soprattutto psicologici. La confusione relativa alla propria identità va così a ingrigire questo processo trasformativo, si ha così la necessità di riassestare il proprio stato psichico .

Durante la fase gestazionale sia l’emotività che l’inconscio prendono il sopravvento, dando origine ad un “malessere fisiologico” che impone una riorganizzazione di tutte le esperienze precedenti.

Diventare madre presuppone un adeguamento della propria identità nel passaggio dal ruolo di figlia a quello di madre. Scoprire di essere in attesa, quando questo si determina in condizioni non favorevoli, può rappresentare un momento critico nella vita di una donna.

Una ricerca ha riscontrato che il 20% delle donne che interrompe una gravidanza  prova un grave stress emotivo simile a quello delle madri che soffrono per il lutto di un figlio. La differenza sta nei sensi di colpa associati alla volontarietà dell’interruzione volontaria di gravidanza che va a complicare ed ostacolare l’elaborazione del lutto.

Seppur l’atteggiamento sia favorevole riguardo l’interruzione volontaria, le donne manifestano un vissuto negativo riguardo il proprio aborto. Tale ambivalenza viene generalmente espressa in maniera indiretta che può essere attraverso un comportamento taciturno, impaziente o ostile verso gli altri o anche mostrando una eccessiva sicurezza personale.

L’nterruzione volontaria può determinare conseguenze psicologiche sia nel breve che nel lungo periodo.

Subito dopo l’intervento le donne sperimentano una riduzione dei livelli di ansia, per il venir meno dell’elemento ansiogeno, ma successivamente l’ansia accresce portando anche a Disturbo Post Traumatico da Stress e Depressione. Tali disturbi sono dovuti ad una profonda sofferenza che attanaglia la donna, possono manifestarsi anche diverso tempo dopo l’aborto, per poi durare talvolta diversi anni.
Alla luce di queste considerazioni alcuni autori hanno definito questi disturbi Sindrome Post-Abortiva”.

Frequentemente la Sindrome Post Abortiva evolve in un vissuto di dolore e di paura, che induce cambiamenti nel comportamento sessuale, depressione, incremento o inizio dell’assunzione di droghe ed alcol, cambiamenti del comportamento alimentare, disturbi somatici, isolamento sociale, disturbi d’ansia, perdita della stima di sé fino all’ideazione suicidarla ed ai tentativi di suicidio.  Disturbi che come detto  possono manifestarsi anche diversi mesi dopo l’evento o  nell’anniversario della data dell’interruzione o nell’anniversario dell’ipotetica data di nascita del bambino.

Altro aspetto è che le donne che hanno interrotto volontariamente una precedente gravidanza possono continuare ad avere sentimenti di colpa o depressione anche durante le successive gravidanze

Tali vissuti di dolore, colpa e depressione associati all’aborto volontario possono determinare anche la ricerca della propria morte.

Fondamentale è il supporto della famiglia e della società quando la donna inizia a manifestare perdita della stima che  ha di se stessa, li dove il dolore assume valenza disfunzionale è idoneo richiedere un intervento psicologico specialistico per elaborare il lutto in modo tempestivo.

 

Dr.ssa Mariachiara Pagone

 

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